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      ATRESIA DELL'ESOFAGO  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Complicanze tipiche sono il leak dell’anastomosi, presenza di un colon ridondante in torace con ritardato  nello svuotamento con stasi del cibo ingerito e la necrosi dell'innesto nei casi peggiori. La trasposizione gastrica è tecnicamente meno impegnativa perché l'organo ha un'ottima vascolarizzazione e la procedura prevede solo una singola anastomosi a livello prossimale. Le complicanze tipiche sono nuovamente il leak dell'anastomosi, stenosi e ulcere, ritardato svuotamento gastrico e, occasionalmente, la dumping syndrome.

 

Complicanze.

Nonostante il tasso di sopravvivenza a lungo termine sia eccellente, ci sono un gran numero di complicanze precoci e tardive che hanno bisogno di speciali cure e attenzione.

Le complicanze precoci.

L'incidenza di complicanze precoci è stata ridotta in modo significativo negli ultimi decenni. Oggi, un neonato con atresia esofagea viene riconosciuto subito alla nascita evitando le complicanze legate all'inalazione. Inoltre le tecniche chirurgiche sono state affinate come pure il materiale di sutura. Infine, i progressi nell'assistenza post-operatoria, contribuiscono in larga misura a garantire un'ottima sopravvivenza per i pazienti appartenenti ai gruppi A e B di Waterston.

Una complicazione precoce, ma fortunatamente rara, è la ricorrenza della fistola tracheo-esofagea (3%). La spontaneo chiusura della stessa è rara e quindi necessita di un nuovo intervento. Questa procedura è resa difficile dal locale processo infiammatorio ed edema con peggioramento della consistenza dei tessuti su cui si va a comporre la sutura. La colla di Fibrinogeno può essere utile, compreso l'uso di un grande flap pleurico mediastinico o pericardico che viene interposto tra la trachea e l'esofago.

 

   

L'incidenza di un leak anastomotico è in genere inferiore al 10%  dei casi se la tensione dell'anastomosi non è eccessiva. Nella maggior parte di questi casi i difetti sono piccoli e clinicamente insignificanti ed il trattamento è in genere conservativo.

Eseguiamo un esofagogramma di controllo nelle prime settimane dopo l'intervento proprio per valutare sia la presenza della fistola che della stenosi dell'anastomosi.

Se le condizioni del paziente sono stabili l'alimentazione per via orale è iniziata precocemente.

La stenosi anastomotica è una complicanza molto comune. L'esofagogramma mostra spesso un anastomosi stretta anche a causa delle differenze di calibro dei segmenti esofageo accostati. In quest'ultimo caso l'alimentazione è sempre ben tollerata. Una vera stenosi cicatriziale non migliora spontaneamente e provoca disturbi nell'alimentazione.

Se la stenosi è minima può essere trattata con successo tramite una serie di dilatazioni esofagee per via endoscopica. Una complicanza di questa manovra è la rottura dell'esofago. Il mantenimento cronico della stenosi è in genere determinato dalla concomitante presenza di un reflusso gastro-esofageo per cui diviene determinante la corretta terapia con inibitori di pompa anche per un lungo periodo. Possibile la necessità di ricorrere ad una fundoplicatio se non si hanno miglioramenti.

La Tracheomalacia è comunemente associata nei pazienti affetti da atresia dell'esofago. Essa causa il collasso della trachea determinando la tipica tosse abbaiante ed uno stridore inspiratorio. Nella maggior parte dei casi risulta essere però autolimitante con risoluzione spontanea nei primi mesi/anno di vita. Tuttavia le forme più gravi di tracheomalacia possono portare ad insufficienza respiratoria, difficoltà nell'alimentazione e gravi crisi d’apnea. In questi casi può rendersi necessario intervento di aortopexy o in alternativa con il posizionamento di una stent per via endoscopica con risultati però alterni.

 

 

 

 

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